[di Enrico Guastini]
L’elefante bianco è sacro in India e di conseguenza è un animale che non può esser fatto lavorare. In altre parole è un brutto dono per chi lo riceve, poiché lo dovrà accudire senza trarne un vantaggio. Questo è il simbolo scelto per rappresentare le Grandi Opere inutili al Forum Sociale Mondiale, che si terrà a Tunisi a fine marzo, il cui striscione avanzava alto, in anteprima, sabato pomeriggio tra Susa e Bussoleno.
Cosa porta a marciare sotto la pioggia? La convinzione di avere ragione. Prima il trenino dei bimbi, poi i gonfaloni dei comuni (anche quello di Napoli, alla faccia del NIMBY), poi i sindaci con fasce tricolori (oltre a quelle rosse, bianche e verdi anche quelle rosse, bianche e blu), una banda che suona, dei clown che mimano gli scontri con i poliziotti, anziani e famiglie con passeggini, Emergency, sigle sindacali e di partito (non si vedevano le bandiere del M5S, bravi a sostenere la lotta senza voler mettere un “cappello”), parlamentari, insegnanti arrabbiati e pompieri, cattolici NO-TAV e anarchici, striscioni dal Veneto, dalla Sicilia, dai NO Dal Molin di Vicenza, dai NO TUNNEL di Firenze e dalla Francia («Lyon-Turin: couteux, aberrant, dangereux et inutile»).
Già, la Francia, dove l’accordo del gennaio 2012 per l’AV non è stato ancora ratificato perché l’investimento non è giustificato da un ritorno economico, in termini di posti di lavoro o in nessuna altra maniera. In linea con quanto accade in Slovenia, comunque, dove il TAV non è ritenuto una priorità e quindi ne riparleranno una volta finita la crisi.
Di fronte a notizie come queste e a dati tecnici illustrati molto bene durante un incontro a Bussoleno la mattina del 23 è stato gradevole sentire il commento dell’onorevole Laura Puppato (PD): «non ci sono evidenze di vantaggi economici derivanti dalla nuova linea, i soldi pubblici andrebbero spesi seguendo altre priorità specie in tempi di crisi, una commissione d’inchiesta sarebbe opportuna».
Monica Frassoni (presidente dei Verdi Europei) ad Ambiente Italia dice: «si è speso 1 mld € per adeguare la linea storica al passaggio di 20 t di merci l’anno, oggi ne passano 3,5: il tunnel oggi non serve».
Alla sera, il TG regionale parlava di decine di migliaia di persone in corteo. Le riprese fatte al cantiere, con i parlamentari a fare il sopralluogo, lasciano l’impressione che i SÌ TAV non abbiano motivazioni da rendere pubbliche: l’area del cantiere non è quella di progetto, le recinzioni sono illegali, il traffico (merci e passeggeri) è assente. A questo risponde Marco Rettingheri, direttore generale LTF: «parlano i fatti: cantiere, 80 persone, più il cunicolo».
Già, il cunicolo.
50 metri. In 23 anni.
Costo: 1 mld €.
Infine una nota di civiltà: un ragazzo faceva scritte con una bomboletta. Non sui muri, ma sui manifesti ormai inutili delle liste che si disputavano le politiche di febbraio. Qualcuno ha detto che durante la minifestazione stesse piovendo? A me è sembrata una splendida giornata.
Enrico Guastini